Bruno Cassinari è considerato uno tra i principali esponenti della pittura italiana del secondo dopoguerra.
Dal 1934 al 1938 frequenta l'Accademia di belle arti di Brera, dove si diploma sotto la guida di Aldo Carpi.
Nel 1939 vince il premio Littoriali ed entra a far parte del gruppo dei pittori di Corrente, con Renato Guttuso, Emilio Vedova, Renato Birolli, Ennio Morlotti, Ernesto Treccani e Giuseppe Migneco, insieme ai quali riconosce l'importanza dell'opera di Pablo Picasso: Guernica come simbolo della lotta degli artisti contro la barbarie.
Cassinari partecipa a diverse collettive e tiene in seguito la sua prima personale a Milano alla Bottega degli artisti di Ernesto Treccani, presentato da Elio Vittorini.
Dopo la guerra, Cassinari aderisce al gruppo della Nuova Secessione Artistica Italiana con Guttuso, Morlotti ed Emilio Vedova, ma se ne distacca prima della sua trasformazione nel Nuovo Fronte delle Arti, per aderire nel ’50, insieme a Morlotti, e sotto lo stimolo di Lionello Venturi, al Gruppo degli Otto in favore di un indirizzo artistico che lo stesso Venturi definì “astratto-concreto”.
Protagonista di molte edizioni della Biennale di Venezia, sempre presentato da critici prestigiosi, spesso invitato alla manifestazione Documenta di Kassel, Bruno Cassinari è stato in questo dopoguerra uno degli artisti italiani più conosciuti all’estero dove la sua opera ha sempre ricevuto l’apprezzamento dei maggiori critici ed artisti europei, fra cui Chagall, Paul Eluard e Picasso, che volle presentarne la mostra di Antibes.
La sua pittura, dove l’iniziale fauvismo ed espressionismo si è via via più combinato con un sostanziale cubismo, si è sempre distinta per il suo carattere di lenta, profonda e quasi mistica meditazione sulla tensione tra forma e colore, il che le conferisce un persistente fascino intellettuale.