Fin dall’infanzia Giorgio de Chirico dimostra un’attitudine all’arte, propensione che ufficializza studiando Belle Arti al Politecnico di Atene. Nel 1906, de Chirico si trasferisce a Monaco dove frequenta l’Accademia di Belle Arti per due anni. La filosofia nichilista, insieme alla pittura di Böcklin, è particolarmente influente nella realizzazione dei suoi primi lavori metafisici.
Quando si trasferisce a Parigi nel 1911, Apollinaire lo introduce ad alcuni esponenti del Cubismo, come anche allo scrittore surrealista André Breton. Dopo aver conosciuto Carlo Carrà nel 1916, i due artisti iniziano a teorizzare la pittura metafisica. Nel 1919, de Chirico inaugura la sua prima mostra personale, suscitando l’interesse da parte di molti artisti surrealisti.
Dagli anni ’20 in poi, tuttavia, de Chirico si stacca gradualmente dalla pittura metafisica per unirsi al movimento del Novecento nel 1925, i quali assumendo una decisa posizione contro il modernismo, gli artisti del Novecento Italiano si ispirano alla tradizione pittorica Italiana. Avvicinandosi a questi valori e iniziando ad adottare uno stile ed una tecnica sempre più tradizionale con soggetti e paesaggi mitologici, de Chirico riceve un’accesa critica da parte del mondo dell’arte d’avanguardia a causa di questo cambio di rotta.
I suoi lavori degli anni ‘40 in stile Veronese portano i surrealisti a distaccarsi da lui definitivamente.
Giorgio de Chirico muore a Roma nel 1978. I suoi lavori sono oggi custoditi in prestigiose istituzioni del mondo intero, tra le quali il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra e la GNAM di Roma.