Adolfo Feragutti Visconti è considerato uno dei maggiori artisti ticinesi attivi tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Dopo i primi rudimenti di disegno appresi in Canton Ticino nel 1868, alla morte del padre, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera dove è allievo di Luigi Bisi, Bartolomeo Giuliano e Giuseppe Bertini e in seguito all'Accademia di belle arti di Firenze sotto la guida di Stefano Ussi, periodo nel quale viene a contatto con gli artisti Macchiaioli.
L’artista cominciò a firmarsi con il cognome di Feragutti, ma una volta rientrato a Milano nel 1874, considerata la quasi omonimia con il pittore verista Arnaldo Ferraguti, decide di annettere il cognome della madre al suo.
Ottiene il primo conclamato successo nel 1881 con Jus primae noctis, presentato all'Esposizione nazionale di belle arti di Brera e acquistato dal Presidente del Consiglio Agostino Depretis.
Partecipa alle mostre della Società Promotrice delle belle arti di Torino nel 1883 con Testa di ragazzo e la sua prima natura morta Uva e nel 1884 con Acca Larenzia (oggi dispersa).
Nel 1891, con il Ritratto della nobile signora Eleonora Cottalorda Tellini si aggiudica il prestigioso Premio Principe Umberto all'Esposizione nazionale di Brera e una medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale di Belle Arti di Monaco; partecipa inoltre all'Esposizione artistica Svizzera di Lugano con Una partenza.
Nel 1892 è presente all'Esposizione internazionale di Genova e il suo dipinto Cristoforo Colombo viene scelto come manifesto per le celebrazioni del Quattrocentenario della scoperta dell'America. Nel 1894 e nel 1897 ottiene la medaglia d'oro alla Triennale di Milano per i dipinti Le gemelle, Ritratto del cav. Spatz e L'onomastico della mamma, mentre nel 1898 riceve il diploma d'onore all'Esposizione d'arte sacra di Torino con la tela A Nazaret e partecipa all'Esposizione di Torino con Ritratto in montagna e La sorella minore.
Nel 1903 partecipa alla Quinta Biennale di Venezia con il dittico La notte e Il meriggio, Ricordati della mammae Calendimaggio, l'anno successivo viene allestita personale al Teatro Apollo di Lugano dove sono presenti, fra le altre opere, i pastelli del ciclo Maghe persiane (esposto anche alla Permanente di Milano e nel 1905 alla Biennale di Venezia e all'Esposizione secessionista di Monaco) e Mille e una notte; partecipa inoltre all'Esposizione Italiana a Londra con Calendimaggio e Donna veneziana.
Nel 1907, per rimediare a gravi difficoltà economiche, si trasferisce nella Terra del Fuoco, in Argentina dove, contrariamente alle aspettative, non consegue il successo economico sperato. Nel 1909 ritorna in Italia e allestisce una personale alla Permanente di Milano con le opere eseguite in Argentina; nel 1911 partecipa alla Mostra degli indipendenti di Roma con Jagana, Confidenze, Anime del maree Misteri della notte, mentre nel 1912 torna a Brera con Autoritratto e Tra gli indi della Terra del Fuoco.
Dal 1915 si stabilisce a Vanzago, nella campagna milanese e aderisce all'Associazione degli acquarellisti lombardi, prendendo parte alle relative mostre; nel 1917 espone alla mostra annuale della Famiglia artistica Freddo nel mio studio.
Nel 1921 espose alla Mostra artisti Veneti, Toscani e Lombardi (alla Permanente di Milano) con tre opere, assieme a pittori come Balla, i fratelli Gioli e Kienerk.
Muore improvvisamente a Milano il 10 marzo 1924, mentre sta preparando una personale presso la Galleria Pesaro di Milano.
Nel 1991, Villa dei Cedri, dopo la prima antologica realizzata in collaborazione con la Pinacoteca Züst, dedica al pittore una grande esposizione – curata da Giovanna Ginex, specialista dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, e da Anna Lisa Galizia – che documenta l’intero percorso artistico di Feragutti.
Artista inquieto, combattuto tra l'orgoglio per le sue origini svizzere rinnegate per motivi economici e la precarietà della condizione di emigrante in terra italiana, Feragutti Visconti viene identificato come uno dei maggiori esponenti lombardi del verismo e realismo sociale tardo ottocentesco.
Gli esordi della sua carriera artistica sono focalizzati alla rappresentazione di temi storici, grazie ai quali ottiene i primi successi (Alberigo denuncia le turpitudini di Ugo re di Lombardia, Ius primae noctis), dove denota le sue radicali convinzioni repubblicane.
A partire dal 1885 si dedica alla produzione di paesaggi, ritratti e nature morte, prodotte dal vero (evidente l'influenza macchiaiola) e su commissione, nei quali utilizza una pennellata ricca di colori accesi, stesa di getto, derivata dalla frequentazione con gli scapigliati milanesi, in particolare Ranzoni e Cremona.
La produzione della maturità artistica di Feragutti Visconti è orientata in direzione del movimento simbolista (Maghe persiane, Il meriggio), dove è evidente il superamento del realismo mediante l'audace prospettiva delle figure e dell'uso di colori vibranti, di matrice impressionista, elementi già accennati nella produzione del soggiorno argentino (Tramonto sulla Terra del Fuoco).
Anche negli ultimi anni di vita, il successo di pubblico e critica accompagnarono Feragutti, le quali opere continuavano, e continueranno, ad essere ricercate anche dal collezionismo di nuova formazione.