Renzo Ferrari nasce a Cadro l’8 febbraio 1939. A Milano frequenta dapprima il liceo artistico, poi l’Accademia di Brera dove conclude gli studi con una tesi su James Ensor.
Nel 1962 tiene la sua prima personale alla Galleria milanese delle Ore. Nel 1964 viaggia ed espone in Germania a Munster,Wanne Eickel e Berlino; nello stesso anno ottiene il Premio Diomira per il disegno e nel 1974 il Premio Feltrinelli per la pittura alla Biennale di Milano.
L’incontro con la PopArt americana alla XXXII Biennale di Venezia lo impressiona e lo sollecita a cimentarsi con questo linguaggio.
Nel 1972 alla Cupola d’Arte Casa di Lugano espone una serie di lavori (1969-1972) sul tema “Artificio e Natura”. Nel 1977 è in mostra alla galleria Bergamini di Milano con dei cicli tematici improntati alla condizione esistenziale: “Urbani”, “Mimesi”, “Teste”; sul finire degli anni Settanta lo spazio e il colore dei sui lavori si incupiscono fino a un nero estremo, notturno.
Nel decennio successivo viene invitato a mostre di taglio museografico quali l’ “Opera dipinta1960-1980”(1982) e “Dieci Pittori a Milano”(1989) allo CSAC di Parma e alla milanese Rotonda della Besana.
Nel 1985 Harald Szeemann cura una sua monografica al Monte Verità di Ascona. A partire dal 1989 si produce una significativa svolta nel suo lavoro che registra un impeto graffitista nel segno/disegno e un cromatismo che si riaccende, già ravvisabile nell’antologica “Opere 1970-1990”che il Museo civico di Bellinzona gli dedica. Dieci anni più tardi, nel 1999, lo stesso museo dà vita al “Fondo Ferrari”. Nel 1995 fa un primo soggiorno a New York seguito da un secondo nel 2004. Nel 2008 è invitato alla rassegna “Artisti arabi e italiani”a Beirut, Damasco e Il Cairo.
Nel 2009 riceve il Premio Morlotti alla carriera e l’editore Skira pubblica nella collana Arte Moderna due importanti volumi monografici: “Renzo Ferrari. Opere 1990-2010”(a cura di Francesco Porzio) e“Renzo Ferrari. Opere grafiche 1958-2013” (a cura di Marta Silenzi, Flaminio Gualdoni, Luca Pietro Nicoletti).
Nel biennio 2014-2015 i Musei di Neuchâtel e Lugano in sinergia organizzano la retrospettiva Visions nomades-1958/2014.
Nella sala del Collezionista della Fondazione Stelline Milano, nel 2016, unitamente alla mostra allestita da Mario Botta, viene presentata la monografia “Le Carte e i giorni” (a cura di Elena Pontiggia, Ed. Skira).
L’anno successivo partecipa alla mostra Swiss Pop Art al Kunstuseum di Aarau e tiene la personale Busillis Timealla Galleria Wolf di Ascona. Nel 2018 espone “Cose Figure Luoghi”al Museo Spazio Tadini di Milano; escono inoltre due nuove pubblicazioni: “Pop Art-Oggetti Ansiosi 1964-1975” e “Taccuini anfìbi 1989-2015 a cura delle edizioni Silvia”.
Nel 2019 espone Rabisch opere2003-2019 alla galleria Colomba di Lugano; e opere Diario-estate 2019 con titolo Insonnia al Museo Tadini di Milano.
Nel 2020 propone la mostra Corona diary alla Colomba con catalologo edito da Skira e di seguito :Moleskine Pandemia 2020 edito da Zedia.