Gioacchino Galbusera studiò all'Accademia di Brera a Milano, tra il 1889 e il 1891. Trasferitosi in giovane età a Lugano, attorno al 1890, sposò Elisa, figlia dello scultore Raimondo Preda. Prese parte alla vita artistica ticinese, esponendo nelle principali mostre svizzere e all'estero (Milano, Roma, San Pietroburgo, Bruxelles).
Si ricorda di un suo grande quadro "Val Mesolcina, acquistato dalla Confederazione Elvetica ed ora conservato nel Museo di Aarau.
La sua opera si manifesta maggiormente per le nature morte ed i paesaggi, soprattutto di Lugano e dintorni e di San Bernardino, luogo prediletto di villeggiatura. Di lui Rudy Chiappini, in Arte in Ticino 1803-2003, volume 2, pagina 298, ha scritto: «…I suoi dipinti denotano una solida gestione della composizione, un cromatismo vivace e una particolare sensibilità per gli effetti luminosi…».
Definito dai contemporanei “il Raffaello dei fiori” per la bravura in questo genere pittorico, Galbusera è stato pittore molto conosciuto e apprezzato, tanto che le sue opere non potevano mancare tra i collezionisti del tempo a Lugano, in Ticino, in Mesolcina in Lombardia e anche oltre San Gottardo. Dopo gli anni di Brera, si stabilì a Lugano dove aprì una scuola di pittura e avviò un importante percorso espositivo a sud (dalla Permanente di Milano alla Villa Ciani di Lugano) ma anche a nord delle Alpi, partecipando alle principali esposizioni nazionali. Presso la celebre e storica birreria Il Gambrinus di Lugano, vennero esposti dipinti di Galbusera, ed i colori, le atmosfere e le suggestioni evocate da questi paesaggi erano così amati dai frequentatori del locale che presso la brasserie furono stampate e messe in vendita sette cartoline riproducenti le opere di Galbusera.