Renato Guttuso è stato un pittore e politico italiano, protagonista della pittura neorealista italiana che si espresse negli artisti del Fronte Nuovo delle Arti.
Si avvicina all’arte già da ragazzino osservando suo padre dipingere occasionalmente per passione e frequentando lo studio del pittore Quattrociocchi.
Nel 1931 partecipa con due quadri alla Quadriennale di Roma e ha occasione di vedere dal vivo le opere dei più grandi artisti italiani che lo impressionano profondamente.
Durante il servizio militare trascorso a Milano nel 1935, ha occasione di stringere grandi amicizie con artisti come Birolli, Sassu, Manzù, Fontana con cui dividerà lo studio, e molti intellettuali. Espone per la seconda volta a Milano, alla galleria del Milione con il “Gruppo dei 4” che aveva fondato a Palermo con Giovanni Barbera, Nino Franchina e Lia Pasqualino.
Nel 1933 abbandona definitivamente gli studi universitari per dedicarsi alla sola pittura e si trasferisce a Roma, dove si inserisce nell’ambiente culturale e artistico.
In questi anni collabora con giornali e riviste e già dalla scelta dei suoi primi soggetti critici si delineano le sue scelte in favore di una pittura impegnata. Il suo primo articolo su Picasso, scritto nel 1933, causa l’intervento della censura fascista e la sospensione della collaborazione con il giornale l’Ora di Palermo.
Gli anni Quaranta sono caratterizzati da una fiorente produzione artistica di nudi, paesaggi, nature morte e opere significative come la Crocefissione.
Nel 1943 lascia Roma per motivi politici e partecipa attivamente alla resistenza antifascista. Della lotta partigiana ha lasciato una struggente testimonianza artistica nella serie di disegni realizzati con inchiostri delle tipografie clandestine. A Parigi conosce Pablo Picasso con il quale stringe una amicizia che durerà tutta la vita.
Tornato in Italia, fonda il movimento Fronte Nuovo delle Arti, insieme ad alcuni artisti ed amici tra i quali Birolli, Vedova, Morlotti, Santomaso, ed il gallerista Cairola. Il gruppo, molto impegnato politicamente, aveva come obbiettivo quello di recuperare le esperienze artistiche europee che a causa del fascismo erano poco conosciute in Italia.
In questi anni, mentre espone a New york, Londra, Mosca, Amsterdam e Parigi, Guttuso collabora alle più importanti riviste italiane e internazionali con scritti di teoria e critica d’arte, prendendo posizione nel dibattito sul realismo.
Il 18 gennaio del 1987 muore lasciando alcune opere, tra le più importanti, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il Museo Guttuso, che ha sede nella settecentesca Villa Cattolica di Bagheria, raccoglie la più ampia collezione di opere, quadri, disegni e grafica dell’artista, e nel giardino della Villa conserva la grande Arca funebre dedicatagli dal suo amico Giacomo Manzù, dove egli riposa.