Dopo la scuola di disegno di Mendrisio (1893-95), Pessina esercita il mestiere di ornatista a Genova, dove segue corsi serali di disegno. Verso il 1902 raggiunge il padre e il fratello a Grenoble, completando l’esperienza sul cantiere in qualità di decoratore con corsi di modellaggio all’Ecole des arts industriels et des beaux-arts. Nel 1904 si trasferisce a Parigi e assume il nome di Paul. Si iscrive all’Ecole des arts décoratifs e poi all’Ecole des beaux-arts, specializzandosi come scultore presso l’atelier di Jean-Antoine Injalbert e Gabriel Jules Thomas.
Conosce Charles Despiau e Léon-Ernest Drivier, esponenti di spicco della scultura francese d’inizio secolo. Nel 1908 e nel 1910 ottiene la borsa federale delle belle arti. Partecipa all’Esposizione nazionale di Basilea (1908), all’esposizione d’arte nel Palazzo federale a Berna (1910) e alle mostre internazionali di Parigi (1909) e Bruxelles (1910), che segnano il suo debutto artistico. Al rientro in Ticino, nel 1912 progetta il monumento Summerer-Bernasconi per il cimitero di Chiasso, che dà l’avvio alla sua vasta produzione funeraria. Dal 1920 alla morte è conservatore del Museo Vela a Ligornetto. Partecipa regolarmente a esposizioni in Svizzera e all’estero, segnatamente alla Biennale di Venezia nel 1920 e 1926. Prende parte alla vita culturale e politica del Cantone come deputato al Gran Consiglio (1921, 1927, 1935-39, 1939) e membro della Commissione di vigilanza per l’insegnamento di disegno nelle scuole (1948-1951). Sensibile alle questioni di conservazione del patrimonio, interviene in dibattiti e restauri. Nel 2003 a Ligornetto viene inaugurata Casa Pessina, museo che conserva un importante nucleo di opere dell’artista.
Scultore «ufficiale» del Cantone Ticino, Pessina è anche pittore abbastanza prolifico. Fin dalla sua formazione dipinge soprattutto paesaggi, ma pure scene religiose e interni in cui ritrae personaggi della cerchia familiare, caratterizzati da forti contrasti cromatici e da giochi di luce-ombra. Il mondo degli affetti e le opere di genere contraddistinguono anche le prime sculture, collocabili tra il 1913 e il 1920, di piccolo formato e di gusto impressionista per la spontaneità della posa e per la cura rivolta più all’effetto d’insieme che al dettaglio. Con la stessa vivacità e immediatezza scolpisce una serie di teste e di busti, ancora poco noti, realizzati dal vero, che si contrappongono alla maggior parte dei ritratti ufficiali destinati ai monumenti funerari o commemorativi. Nelle opere monumentali e patriottiche, come il Monumento ai Militi a Bellinzona e il Monumento diGiornico - di cui l’artista realizzò anche esemplari più piccoli in bronzo - lo stile si fa più retorico e magniloquente.
Fonte: Lucia Pedrini Stanga: «Apollonio Pessina», in SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera, 2011.